A Franco

A FRANCO

Franco Serantini nasce a Cagliari il 16 luglio del 1951. Abbandonato all’orfanotrofio, vi resta per due anni, sino a quando viene dato in affidamento a due coniugi siciliani: la madre adottiva però muore per un male incurabile e Franco viene temporaneamente affidato ai genitori della sfortunata donna.

Passa la sua gioventù da un istituto all'altro, trovando finalmente stabilità nella città di Pisa. Dapprima si avvicina agli ambienti marxisti, ma la sua intolleranza verso l'autoritarismo lo spinge su posizioni legate all'anarchismo. comincia a frequentare la sede della Federazione Anarchica Italiana di Pisa. Nel 1972 Franco milita nel gruppo anarchico “Giuseppe Pinelli”, partecipando a diverse iniziative.

Prima delle elezioni del 7 maggio 1972 si susseguono le iniziative dei vari partiti e movimenti politici: sono giornate molto animate e "calde". Franco e gli anarchici decidono di partecipare ad una contestazione, indetta a Pisa per il 5 maggio da “Lotta Continua”, contro un comizio del MSI. Durante la protesta antifascista la polizia carica pesantemente i militanti della sinistra extraparlamentare che contestavano il comizio,

per consentire al fascista Beppe Niccolai di portare a termine il suo discorso, causando decine di feriti e procedendo a venti arresti.

Franco viene raggiunto dai celerini del primo raggruppamento celere di Roma, picchiato con una ferocia inaudita e quindi caricato su una camionetta in stato di arresto.

Nonostante le condizioni fisiche in cui è ridotto dal pestaggio, viene interrogato dal magistrato e poi completamente abbandonato al suo destino: la morte di lì a poche ore. Alle 9.45 del 7 maggio Franco Serantini muore. Il certificato medico del dottor Alberto Mammoli parla di “emorragia cerebrale”. Umanità Nova annuncia la morte di Franco Serantini (n. 17 del 23 maggio 1972).

Nel novembre 1972 il medico del carcere Alberto Mammoli riceve un avviso di procedimento per omicidio colposo, mentre il giudice istruttore funaioli si esprime in favore di un'azione penale contro Amerigo Albini e Vincenzo Lupo, capitano e maresciallo di PS del primo raggruppamento celere di Roma, e la guardia Mario

Colantoni, per aver affermato il falso e taciuto “ciò che era a loro conoscenza [...] per assicurare l'impunità agli agenti responsabili dell'omicidio di Franco Serantini”.

Nella sentenza depositata nell'aprile 1975 il giudice Nicastro dichiara “non doversi procedere in ordine al delitto di omicidio preterintenzionale in persona di Serantini Franco per esserne ignoti gli autori”. Lupo e Mammoli vennero prosciolti. Albini e Colantoni, condannati per falsa testimonianza a sei mesi e 10 giorni con la condizionale e la non iscrizione nel casellario giudiziale, vengono poi assolti nel gennaio 1977. Nel marzo dello stesso anno il Mammoli venne ferito alle gambe da militanti di Azione Rivoluzionaria.

La canzone “ A Franco” è stata scritta da Fabio “Foka” Rossi sull’onda emotiva suscitata dalla morte di Franco Serantini.

 

A Franco

Avevi vent’anni e sei morto
dopo un’agonia durata tre giorni
sei morto da eroe in silenzio
senza chiedere l’aiuto del boia.


Vittima scelta dal destino
che t’ha voluto simbolo di libertà
libertà portata da una bandiera
con la “A” rossa sulla tela nera.


Non hai mai avuto un tetto
eri un povero trovatello
erano in dieci e t’hanno preso
massacrandoti il cervello.

Han sfogato su di te
la paura millenaria
che ha il potere nel vedere
la rivolta proletaria.


Se sei morto senza colpa
come martire d’altri tempi
alla tua tomba inginocchieremo
come fedeli ad un santuario.


Il tuo volto ancora adesso
nelle menti resta impresso
come simbolo libertario
di ogni povero proletario.

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