INNO DELLA RIVOLTA

Conosciuto anche come “Inno del Molinari” deriva da “Dies Irae” (1893) già pubblicato nell’”Almanacco della Favilla” (Mantova) e cantato nel corso dei moti della Lunigiana del gennaio 1894, tanto da essere utilizzato come prova a carico al processo che ne segue. Le parole sono dell’avvocato Luigi Molinari (1866 – 1918) che nel 1894 viene condannato a 23 anni di carcere al processo che segue i moti della lunigiana, due anni dopo viene amnistiato. Molinari è il fondatore della rivista “L’Università Popolare” e della “Scuola Moderna”, sull’esempio dello spagnolo Francisco Ferrer.  

Inno della rivolta

Nel fosco fin del secolo morente
sull’orizzonte cupo e desolato
già spunta l’alba minacciosamente
Del dì fatato.

Urlan l’odio la fame ed il dolore
da mille e mille facce ischeletrite
ed urla col suo schianto redentore
la dinamite.
Siam pronti e sul selciato d’ogni via
spettri macabri del momento estremo

sul labbro il nome santo d’Anarchia
insorgeremo.

Per le vittime tutte invendicate
là nel fragor de l’epico rimbombo
compenseremo sulle barricate
piombo con piombo.
E noi cadrem in un fulgor di gloria
schiudendo all’avvenir novella via
dal sangue spunterà la nuova istoria
dell’Anarchia.

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