LE CHANT DES PARTISANS

 Anna Marly è nata il 30 ottobre 1917 à San Pietroburgo, il suo vero cognome è Betoulinsky. Esule russa divenuta poi Sovietica, lei approderà  alla Costa Azzurra. Sarà danzatrice nei balletti russi, cantante vedette nei cabarets parigini. La guerra ha rivelato al meglio il talento delle persone che hanno resistito all’occupazione tedesca. Arrivò a Londra nel 1941, sconosciuta. Dapprima proiezionista, poi cantiniera fra i volontari della Francia libera, entra nell'E.N.S.A, teatro per le armate. La sera, compone delle canzoni inspirate dal gigantesco combattimento che si vive. Lei lo interpreta davanti a questi soldati  che sono affascinati dai suoi bei versi e dalla forza della melodia: “Le chant des partisans”, “La complainte du partisan”, “Paris est à nous”, “La chanson des V”. Il momento di grande ispirazione le viene naturale . Una sera, sotto l’impulso d'una inspirazione improvvisa, durante la battaglia della Smolensk, presa dall’emozione, improvvisa la marcia dei partigiani in russo e fischiando. 
L'aria è fischiata e non cantata, semplicemente accompagnata nel cammino dalla battuta sulle corde della chitarra. Questa fu la prema versione del “Chant des partisans”. Questi inni alla libertà, cantati, intonati, fischiati improvvisamente saranno ripresi per tutta la liberazione. Nel 1945, al suo ritorno in Francia, conoscerà la gloria.  
Il capo trasmissione canadese fu il primo che la invitò al microfono della BBC. Nello studio dov’erano accolti lavorava il gruppo " Français parlent aux Français " che trasmetteva da “Radio Londra”.  .
”Le  marche des partisans” divenne “Le chant des partisans”. Chiamato “Guerilla song”. 

 

Le chant des Partisans

Ami, entends-tu le vol noir des corbeaux sur nos plaines?
ami, entends-tu les cris sourds du pays qu'on enchaîne?
ohé, partisans, ouvriers et paysans, c'est l'alarme.
ce soir l'ennemi connaîtra le prix du sang et les larmes.

Montez de la mine, descendez des collines, camarades!
Sortez de la paille les fusils, la mitraille, les grenades.
ohé, les tueurs, à la balle et au couteau, tuez vite!
ohé, saboteur, attention à ton fardeau: dynamite...

C'est nous qui brisons les barreaux des prisons pour nos frères.
la haine à nos trousses et la faim qui nous pousse la misère.
il y a des pays où les gens au creux de lits font des rêves.
ici, nous, vois-tu, nous on marche et nous on tue, nous on crève.

Ici chacun sait ce qu'il veut, ce qui'il fait quand il passe.
ami, si tu tombes un ami sort de l'ombre à ta place.
demain du sang noir sèchera au grand soleil sur les routes.
chantez, compagnons, dans la nuit la Liberté nous écoute.

Ami, entends-tu ces cris sourds du pays qu'on enchaîne?
ami, entends-tu le vol noir des corbeaux sur nos plaines?
oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh...

 

Il canto dei partigiani

Amico, lo senti il nero volo dei corvi sulle nostre pianure?
amico, le senti le grida sorde del paese che è incatenato?
ohé, partigiani, operai, contadini, è l'allarme.
stasera il nemico saprà il prezzo del sangue e delle lacrime.
Salite dalla miniera, scendete dalle colline, compagni!
fuori i fucili dalla paglia, e le granate, e la mitraglia.
ohé, uccisori all'arma bianca e da fuoco, fate presto!
ohé, sabotatore, attento al tuo fardello: dinamite...

Siamo noi che spezziamo le sbarre delle prigioni per i nostri fratelli
con l'odio in bisaccia e la fame che ci spinge, e la miseria.
ci son dei paesi dove la gente sogna nel proprio letto.
e qui, lo vedi, noi si marcia, si uccide e si crepa.

Qui ognuno sa quel che vuole e che fa quando passa.
amico, se cadi un amico esce dall'ombra al tuo posto.
domani, nero sangue seccherà al sole vivo sulle strade.
cantate, compagni, nella notte la Libertà ci ascolta.

Amico, le senti le grida sorde del paese che è incatenato?
amico, lo senti il nero volo dei corvi sulle nostre pianure?
oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh...

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