O CARA MOGLIE

Testo e musica di Ivan Della Mea1.  Questa è una canzone che è stata un simbolo di lotta in un momento in cui la si faceva sul serio. In cui con il padrone non si concertava, in cui si picchettava, in cui i diritti venivano presi. Meglio allora riproporre, ricordare, rileggere, ricantare questa canzone che qualcuno avrebbe voluto seppellita in un'epoca. Epoca questa canzone non ne ha. E' canzone di oggi, se si intende ancora lottare, e lottare per vivere. Semplicemente per vivere. Lotta dura senza paura: non sono parole che vanno mai in pensione, queste. 
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1 Nato a Lucca il 16 ottobre 1940 ma si è trasferito in giovanissima età a Milano, divenendo un cantante e un autore milanese anche per la scelta linguistica. Sue sono tra le più belle ballate contemporanee in dialetto milanese, come El me gatt (poi ripresa, tradotta indialetto napoletano, da Daniele Sepe), Ringhera (dedicata in parte alla Strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974), Mio dio Teresa tu sei bella, La ballata dell'Ardizzone. Protagonista della Nuova canzone politica italiana dagli anni sessanta e (sua tra le tante è O cara moglie, pubblicata su 45 giri nel 1966), ha avuto per compagni di strada Fausto AmodeiMichele StranieroSandra MantovaniGiovanna DaffiniRudi AssuntinoGualtiero BertelliAlfredo BandelliPaolo PietrangeliGiovanna Marini, Sandra e Mimmo BoninelliAlessio Lega e gruppi come il Nuovo canzoniere milanese, il Canzoniere Pisano, il Nuovo Canzoniere Bresciano, gli E'Zezi di Pomigliano d'Arco, gli Apuamater, il Gruppo Padano di Piadena, I giorni Cantati, il Canzoniere Veneto, Peppino Marotto e i cantori di Orgosolo, Pino Masi e tanti altri.
Nel 1956 si iscrive al Partito Comunista Italiano. Prima di occuparsi di musica svolge vari lavori, operaio in una fabbrica elettromeccanica, barista, scaricatore, fattorino con bicicletta di una drogheria milanese, fattorino senza bicicletta al Calendario del Popolo di Giulio Trevisani, rivista mensile nella quale diventerà prima correttore di bozze poi redattore, redattore al giornale Stasera, revisore di collane periodiche della Mondadori (Gialli, Urania, Segretissimo) per le quali ha scritto alcuni racconti. Comincia a scrivere canzoni nel 1957; nel 1962 l'incontro con Gianni Bosio segna un momento importante nella sua vita di militante e di cantante.
All'1:30 del 14 giugno 2009 è morto inaspettatamente all'Ospedale San Paolo di Milano (dove era stato ricoverato d'urgenza per un malore avvenuto in seguito ad un lungo periodo di cattiva salute). Nei mesi successivi è stato ricordato con concerti-omaggio in varie città italiane.

O cara moglie

O cara moglie stasera ti prego
dì a mio figlio che vada a dormire,
perché le cose che io ho da dire
non sono cose che deve sentir.

Proprio stamane là sul lavoro,
con il sorriso del caposezione,
mi è arrivata la liquidazione,
m’han licenziato senza pietà.

E la ragione è perché ho scioperato
per la difesa dei nostri diritti,
per la difesa del mio sindacato,
del mio lavoro, della libertà.

Quando la lotta è di tutti e per tutti
il tuo padrone vedrai cederà,
se invece vince è perché i crumiri
gli dan la forza che lui non ha.

Questo si è visto davanti ai cancelli:
noi si chiamava i compagni alla lotta,
ecco: il padrone fa un cenno, una mossa
e un dopo l’altro cominciano a entrar.

O cara moglie, dovevi vederli
venire avanti curvati e piegati,
e noi gridare: crumiri, venduti
e loro dritti senza piegar.

Quei poveretti facevano pena,
ma dietro loro, là sul portone,
rideva allegro il porco padrone:
l’ho maledetto senza pietà.

O cara moglie, prima ho sbagliato,
dì a mio figlio che venga a sentire,
che ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà.
Che ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà.

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